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QUANTO COSTA NON INVESTIRE?

Riprendendo un dato di Bankitalia, si scopre che il nostro bel Paese conta 1.396 miliardi di depositi e risparmio postale, di cui 960 in capo alle famiglie. Si nota così la tendenza a lasciare molta liquidità sui c/c. Tendenza, però, che ha fatto perdere agli investitori molte opportunità sui mercati finanziari.

Cerchiamo di capire quali possono essere i motivi che spingono molti italiani a lasciare i soldi sotto il materasso.

Si individua a tal proposito una sorta di incertezza e poca fiducia nel futuro. Questi fattori, affiancati ad un livello di cultura finanziaria tra i più bassi rispetto ai Paesi anglosassoni, ci fanno comprendere ancora meglio i motivi che risultano alla base della crescita di liquidità sui conti correnti.

IL COSTO DELLA LIQUIDITA’

Tenere i soldi sul conto corrente però ha un costo anche se il c/c è online. Dati Abi evidenziano che il tasso di remunerazione medio di questa liquidità è dello 0,38%. Se consideriamo, inoltre le spese di gestione e la tassazione, la situazione ovviamente non migliora.

A quanto sopra descritto dobbiamo aggiungere un ulteriore elemento di detrazione rispetto alle somme che decidiamo di lasciare sui conti.

Infatti, il primo nemico dei nostri soldi è l’inflazione. Un nemico che lavora a lungo termine. Secondo i dati di una ricerca compiuta da Il Sole 24 Ore, emerge che 1000 Euro di vent’anni fa valgono oggi 588 Euro, cioè poco più della metà. Chi ha tenuto questa somma sotto il materasso potrebbe comprare oggi molti meno beni rispetto al passato. Per esempio ci vorrebbe quasi il doppio per acquistare le stesse cose che era possibile comprare con la stessa quantità di denaro vent’anni prima.

A questo punto credo sia abbastanza evidente quanto sia improduttivo tenere i soldi fermi sotto il “materasso” o sul conto. Mi riferisco ovviamente a quell’ammontare di liquidità che non serve per le spese indispensabili e programmate e quelle per i piccoli imprevisti.

La domanda opportuna da farsi quindi è: “Come possiamo impiegare i nostri capitali in modo che questi possano essere, nel tempo, fonte di guadagno?”

Una risposta la si può trovare osservando la “storia dei mercati finanziari”. Da tale osservazione possiamo trarre un prezioso insegnamento. L’investimento nei mercati finanziari internazionali premia, soprattutto se consideriamo di investire i nostri soldi su un orizzonte temporale di lungo periodo. Ad esempio, chi avesse investito 1.000 Euro negli indici delle Borse mondiali nell’ultimo ventennio, si ritroverebbe oggi più del doppio (2.154 euro) e il risultato sarebbe ancora superiore nell’ultimo decennio: i mille Euro di partenza sarebbero diventati 2.241, sempre secondo la ricerca de Il Sole 24 Ore.

E’ altrettanto evidente il fatto che, i rendimenti passati, non sono mai garanzia di ottenerne altrettanti nel futuro. E’ però ragionevole pensare che ciò possa accadere, come peraltro già avvenuto nel passato più lontano. Tutto questo però non potrà mai avvenire se non c’è una decisione iniziale motivata dall’aspettativa di voler vedere crescere le proprie finanze. Questo è l’elemento che sicuramente manca se invece si decide passivamente di lasciare i soldi liquidi sui conti. In quest’ultimo caso abbiamo già visto (dati alla mano) che è certa la perdita di valore dei nostri soldi.

Per concludere mi preme però dire che non è sufficiente decidere di “comprare” strumenti finanziari per avere un miglioramento delle proprie finanze. Tutto questo deve passare necessariamente per una corretta analisi della propria situazione finanziaria personale e familiare, avendo chiari gli obiettivi di vita che si vuole raggiungere.

 

Mi auguro che da queste poche righe abbiate potuto cogliere degli spunti utili a migliorare la vostra situazione finanziaria.